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P. 20/03/2002

-L'area interna reggina è considerata a probabile rischio igienico-sanitario;

- gli impatti ipotizzabili sulla qualità delle acque sono principalmente quelli connessi al rischio di diffusione di agenti inquinanti, per sversamento accidentale in presenza di particolari condizioni di vulnerabilità del sistema idrogeomorfologico. Le aree critiche che presentano simili problematiche risultano più numerose nel tratto compreso tra S. Trada e Reggio Calabria per quanto concerne le acque sotterranee, mentre nel tratto Bagnara S. Trada l'impatto potenziale riguarda i corsi d'acqua attraversati in viadotto e gli imbocchi delle gallerie;

- lo studio di impatto ambientale prevede la realizzazione di interventi di protezione posizionati in funzione della specifica vulnerabilità del territorio attraversato e in relazione alla potenziale incidentalità della strada. I presidi consistono in una rete di raccolta delle acque di piattaforma e il convogliamento in vasche di sicurezza. Le vasche sono dimensionate con un volume di invaso minimo di 60 m3 che è localmente aumentato in relazione alla piovosità del luogo, e sono ubicate in modo da inserirsi nelle morfologie esistenti per ridurre l'impatto sul paesaggio. Sono distribuite con maggiore frequenza nelle aree critiche;

-nel tratto tra Bagnara e S. Trada la distanza e l'elevata differenza di quota tra l'autostrada e il reticolo idrografico esclude importanti interferenze in relazione ai fenomeni evolutivi fluviali. È tuttavia possibile una interferenza delle pile dei viadotti quando sono ubicate negli alvei.

- Nel tratto Strada-Reggio le interferenze interessano le fiumare e il reticolo di scolo superficiale, e sono dovute alla realizzazione delle pile in alveo e dei tombini di attraversamento del reticolo di scolo, tuttavia il nuovo tracciato in questo tratto è un adeguamento in sede dell'esistente;

- il territorio in esame, per la tratta tirrenica, è caratterizzato geomorfologicamente dalla presenza di rilievi con versanti decisamente acclivi, interrotti da superfici subpianeggianti variamente estese, degradanti dall'entroterra verso la costa. La continuità areale di tali spianate è spesso interrotta da brevi e marcate incisioni vallive che convogliano le acque di ruscellamento nel Mar Tirreno;

-nel segmento da Villa S. Giovanni a Reggio Calabria il tracciato dapprima interessa i rilievi del margine periionico dell'Aspromonte caratterizzati da versanti più blandi, che culminano con spianate sommatali e quindi l'ampia pianura costiera dell'area ionica reggina;

- sotto il profilo geologico e strutturale la zona in esame si inquadra nell'ambito dell'Arco Calabro Peloritano in cui predominano i terreni metamorfici ed intrusivi (plutoniti) coperti in disordanza per trasgressione dai sedimenti terziari relativi al "Bacino di Reggio Calabria". La successione stratigrafica è costituita da: scisti biotitici bruno rossastri con bande di gneiss;

-leucograniti e graniti biotitici;

-calcareniti organagene;

-terrazzi continentali bruno rossastri;

-alluvioni fluviali;

-accumuli detritici di versante;

-riguardo l'idrogeologia le formazioni presenti sono raggruppabili in tre litotipi principali: un acquifero con falda libera (falda freatica), senza alcuna protezione superficiale, costituito dai depositi ghiaioso-sabbioso-limosi presenti sui terrazzi di abrasione marina; un acquifero in falda libera (o in pressione in partimenti confinati) contenuto nelle formazioni metamorfiche (gneiss, scisti, leucograniti e graniti);

-un acquifero a falda libera, privo di protezione superficiale, costituito dai depositi alluvionali di materiale ghiaioso-sabbioso-limoso e drenante le acque provenienti dal massiccio cristallino;

-le sorgenti raggiungono nel complesso un numero elevato;

- nella maggior parte dei casi si tratta però di manifestazioni caratterizzate da portate basse e fortemente legate alle precipitazioni;

-in relazione alle condizioni di stabilità del suolo le criticità, anche se localizzate, sono individuabili nella parte iniziale del tracciato, nei terreni metamorfici del complesso Calabride costituito da lucograniti e graniti biotici e scisti gneissici bruni, interessati in sotterraneo. Alcune forme attive dei processi di versante dovute alla gravità con frane di piccola dimensione sono ubicate lungo il vallone Oliveto e una nel vallone Scico. Inoltre un'area di instabilità potenziale è presente in corrispondenza dello svincolo di S. Trada;

- il carattere locale dei dissesti è anche provato dall'assenza in corrispondenza del tracciato di aree vulnerabili perimetrate ai sensi del Decreto- Legge n. 180/1999;

-in base alle caratteristiche idrogeologiche e del reticolo idrografico sono individuabili nel territorio in esame le aree a maggior vulnerabilità idrogeologica nei confronti di un ipotetico sversamento sul suolo, o direttamente nei corsi d'acqua, delle acque di dilavamento provenienti dalla piattaforma stradale. Tali criticità sono localizzate nel versante tirrenico-jonico compreso tra Villa S. Giovanni e Reggio Calabria (km 427+000 - km 442+920) dove le condizioni di elevata vulnerabilità sono dovute alla permeabilità primaria di grado medio-alto, tipica del complesso dei terreni della piana costiera e delle coltri detritiche e di conoide, con falda situata a breve profondità e sorgenti e pozzi prossimi al tracciato autostradale;

- la realizzazione delle opere in sotterraneo potrebbe alterare la circolazione sotterranea delle acque provocando un drenaggio della falda o occludendo meccanicamente i passaggi dell'acquifero. Il progetto prevede nei confronti di questa criticità, ove necessario, in primo luogo l'adozione di preventivi interventi di impermeabilizzazione dei fronti di scavo o, eventualmente, il ricorso ad interventi di drenaggio, raccolta e canalizzazione delle acque incontrate lungo gli scavi, in modo da ricostruire l'originario percorso e consentire l'alimentazione delle utenze preesistenti;

- la vegetazione potenziale è rappresentata dal bosco di sclerofille sempreverdi dominato dal Leccio, che trova condizioni ottimali sulle superfici inclinate e povere di suoli, favorite dall'apporto di aria umida proveniente dal mare.

- Generalmente i versanti esposti a nord sembrano essere in una fase Leggermente più progredita verso la vegetazione naturale.

-Le falesie sub-verticali in prossimità del mare ospitano una vegetazione rupicola di alto valore naturalistico per la presenza di specie particolarmente rare e vulnerabili e rappresentano una unità ecosistemica di indubbio valore naturalistico e paesistico.

- Le superfici pianeggianti che caratterizzano il versante jonico ospitano invece una vegetazione potenziale a querce caducifoglie termofile. Attualmente, l'area è dominata dai coltivi agrari e vi si rintracciano solo sporadicamente frammenti molto degradati della vegetazione originaria. Le aree collinari o sub-montane, ampiamente distribuite all'interno del corridoio di progetto, presentano una elevata eterogeneità vegetale che ha permesso il mantenimento di comunità animali ad elevata diversità con specie. Le aree con prevalenza di incolti, praterie xerofile mediterranee, arbusteti, cespuglieti e boscaglie termofile e xerofile, presentano un popolamento faunistico con specie caratteristiche, piuttosto esigenti, associate a specie dotate di una maggiore valenza ecologica. Le comunità faunistiche maggiormente rappresentate nel corridoio di progetto sono quelle degli ambienti boschivi che sono aree a maggiore naturalità, isole dove è possibile la sopravvivenza di specie animali più elusive ed esigenti. La fauna degli ambienti fluviali (boschi e boscaglie ripariali, rive e greti di torrenti e fiumi) presenta comunità ricche di specie e eterogenee nella composizione per la variabilità degli habitat che vanno dai greti sassosi poveri di vegetazione alle fasce boscate ripariali di corsi d'acqua (fiumare) piuttosto irregolari nel regime con lunghi periodi di siccità;

-nel tratto compreso tra Bagnara e S. Trada lo studio di impatto ambientale si individua frequenti interferenze con le componenti naturalistiche connesse con la realizzazione dei nuovi viadotti e degli imbocchi delle gallerie che indurranno impatti per sottrazione della vegetazione naturale, forestale sui versanti e ripariale in alveo, e per le trasformazioni imposte all'ambiente ripario per la sistemazione a protezione delle pile. Nel successivo tratto dallo svincolo di S. Trada fino a Reggio Calabria le modifiche al tracciato sono ridotte e meno estese sono le coperture a bosco e macchia. Le interferenze sono più limitate e si avranno in corrispondenza delle opere di adeguamento dei ponti e viadotti S. Trada, Prestami, Gibia, Leticogna, Prestianni, Piria e Zagarella con le formazioni forestali disposti lungo le incisioni torrentizie; si prevedono interventi di maturazione in corrispondenza delle aree di cantiere per la realizzazione delle opere d'arte delle sponde, degli alvei e delle aree di fondazione delle pile. Sono inoltre previsti ripristini vegetazionali degli imbocchi delle gallerie;

-i valloni umidi, pur presentando una buona capacità di recupero rispetto alle trasformazioni indotte dalle opere in progetto, subirebbero, tuttavia, una profonda alterazione dei caratteri naturali per effetto delle previste regimazioni dell'alveo che consentirebbero solo parzialmente il ripristino della continuità ecologica degli alvei, pertanto, si ritiene che sia da evitare il posizionamento delle pile in alveo, in modo da non rendere necessario il ricorso alla stabilizzazione dell'alveo per la protezione della pila stessa;

- un paesaggio prevalentemente naturale caratterizza i versanti acclivi di Bagnara e Scilla, dove sono presenti boschi di leccio e macchia mediterranea incisi da profondi e stretti valloni, che si estende fino in prossimità della linea di costa. Confinato sui versanti acclivi di Bagnara e Scilla vi è un paesaggio agricolo dei terrazzamenti, rappresentativo di un'antica cultura produttiva.

- L'autostrada ne traccia una linea di discontinuità ad una quota intermedia compresa tra i 450 m e i 250 m. Nei pianori posti a monte del tratto autostradale prevalgono gli uliveti ed i campi a seminativo. Una limitata fascia litoranea definisce un paesaggio di grande pregio ed interesse naturalistico, formato in prevalenza dalle rupi costiere e brevi tratti di litorale sabbioso, fra Bagnara e Villa S. Giovanni. Il paesaggio agricolo di pianura, dei giardini arborati, formati soprattutto da agrumeti è diffuso nelle zone di pianura limitrofe agli abitati periferici di Reggio Calabria;

-l'autostrada attuale è significativamente visibile dal contesto territoriale della costa tirrenica. I corridoi visuali che si aprono in corrispondenza dei valloni verso l'interno consentono di percepire l'andamento del percorso autostradale a mezza costa, evidenziandone soprattutto le opere d'arte in viadotto. La visuale diviene ancora più aperta in località Casallo a Scilla sui viadotti Costa Viola, più prossimi alla costa rispetto al resto del percorso;

- l'impatto sul paesaggio delle nuove opere è definibile dall'alterazione delle visuali panoramiche e dalla trasformazione dei luoghi. In particolare i tratti in viadotto con pile di notevole altezza risultano più evidenti nella tratta da Bagnara a S. Trada;

- lo spostamento verso monte del tracciato ridurrà l'estensione dei viadotti a favore delle tratte in galleria e pertanto saranno ridotti nel complesso anche i relativi impatti sul paesaggio. Le gallerie da adeguare e le nuove gallerie avranno imbocchi a becco di flauto e saranno quindi rimosse le attuali pareti verticali in cemento a protezione degli imbocchi;

- gli interventi di mitigazione si sono conformati all'obiettivo di massima integrazione con il contesto tendendo ad adattare il manufatto alla struttura morfologica delle componenti naturali.

-Osservato che: il progetto, sebbene migliorativo rispetto alle interferenze con i tratti caratterizzanti la morfologia paesistica, presentava ancora, in diversi brani della sequenza visuale, dissonanze sostanziali. Nel viadotto Gazziano la divaricazione delle due carreggiate stradali si traduceva in un'ingombrante displanarietà percepita dalla più parte delle visuali, il successivo viadotto Livorno riproponeva lo stesso effetto invasivo. La soluzione adottata nel viadotto Costa Viola sebbene limitasse parzialmente l'impatto attuale, non poteva tuttavia considerarsi tra le possibili quella più soddisfacente. Permaneva un lungo viadotto che sarebbe stato ancora più impattante date le maggiori dimensioni. L'attuale viadotto Costa Viola risulta di grande impatto sotto più profili ambientali e paesistici, collocandosi in posizione centrale e molto evidente nella fronte dei versanti acclivi sulla costa, con una tipologia intrusiva e estranea al contesto paesistico per cui ne deriva un quadro di notevole impatto che compromette una delle aree di migliore stato di conservazione della costa, interessata da emergenze sia naturali che di storia del territorio. È stata pertanto richiesta, nel corso dell'istruttoria, a questo proposito una revisione del progetto con lo scopo di studiare soluzioni mitigative delle criticità rilevate;

 

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